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Il caos mediatico sulla famiglia che vive nel bosco
La vicenda della famiglia del bosco continua a generare un confronto acceso, con effetti che superano la dimensione locale. L’allontanamento dei tre figli dalla casa nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, ha scatenato una serie di reazioni che ha visto anche il diffondersi di insulti e minacce via Web contro la presidente del Tribunale dei minorenni dell’Aquila, Cecilia Angrisano.

Dal mio punto di vista non tutto è da stereotipizzare e strumentalizzare quanti sono impiegati alla professione di Assistente Sociale. Negli ultimi tempi si sta alimentando un pericoloso caos mediatico che certamente non aiuta il prossimo. Avendo lavorato nel settore di Polizia Locale ed essendo ora in quiescenza per raggiunti limiti di età gradirei sottolineare il delicato lavoro di assistente sociale che consiste nel promuovere il benessere sociale e l'autonomia di individui, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e disagio.
Le attività, difatti, includono l'ascolto, la valutazione dei bisogni, la progettazione e la realizzazione di interventi socio-assistenziali, in collaborazione con altre professioni e servizi. Un lavoro di grande responsabilità e a volte impopolare laddove vengono diffuse informazioni parziali, imprecise e spesso non corrispondenti alla realtà. Pochi conoscono davvero in cosa consiste il lavoro e quali siano le scrupolose valutazioni, gli approfondimenti e gli step procedurali che ogni Assistente Sociale è tenuto a seguire con rigore e responsabilità. Desidero ricordare che l'obiettivo primario di tale professione è sostenere e aiutare le persone in difficoltà a 360 gradi: donne vittime di violenza, persone straniere, cittadini con fragilità economiche, persone con disabilità e chiunque viva situazioni di marginalità o vulnerabilità. In merito ai provvedimenti di allontanamento familiare, è fondamentale precisare che essi vengono presi solo in circostanze particolari, quando sussiste una reale situazione pregiudizievole per il minore.
Si tratta sempre dell'ultima misura possibile, attuata esclusivamente per tutelare il benessere psicofisico del minore. Inoltre, tali provvedimenti devono essere valutati e autorizzati da un Giudice, che in molti casi li dispone sulla base delle informazioni sommarie raccolte. È altrettanto importante sottolineare che si tratta di misure non permanenti come in questo caso quale è la sospensione per una questione di cautela. Esiste pertanto la possibilità di un ricongiungimento familiare qualora vengano ripristinate condizioni idonee. Per queste ragioni, prima di esprimere giudizi affrettati invito tutti gli attori di questa vicenda ad adoperarsi congiuntamente ed in modo equidistante per il bene del prossimo.
