News

Ucraina alla deriva. migliaia di vittime e un territorio devastato



Le immagini raccontano di un popolo abbattuto, affranto. Solo frammenti di territorio e presidi inesistenti. Un popolo abbandonato al suo destino. Solo rovine e disperazione. Eppure, in Europa, la narrazione continua.




La Russia sta perdendo!! Così narrano i notiziari del mainstream. Non vedono che il fronte è dissolto. Fingono per non dover ammettere il fallimento. A dirlo NON sono i russi, ma gli stessi canali ucraini attraverso fonti apparati interni e all’opposizione messi a tacere con la legge marziale imposta da Zelensky. Migliaia i soldati isolati e intrappolati nelle retrovie. Costretti a restare, a morire, per mantenere vivo il mito della resistenza eroica che serve a Zelensky per rimanere in scena. La verità è cruda. Alcuni video diffusi sulla piattaforma TikTok mostrano le crude immagini di ucraini strappati alle case, caricati sui camion, mandati al fronte, sacrificati come carne da macello. È l’appello disperato di un paese che non combatte più per difendersi, ma per mantenere in vita un potere scaduto, privo di legittimità. La Costituzione ucraina NON consente di governare senza elezioni, ma chi osa contraddire viene accusato di tradimento. Chi vuol davvero stare dalla parte degli ucraini significa denunciare questo inganno. È una vera estorsione, ai soldati e ai cittadini, e un insulto a quell'Europa che si proclama democratica, mentre finanzia la soppressione di un intero popolo. Nessuna voce si leva nei salotti della politica che si definisce progressista, perché farlo significherebbe ammettere che la UE è complice, che questa carneficina serve soltanto a salvare la faccia di chi non sa più come uscirne. Le armi occidentali date in dotazione spariscono. Miliardi di euro dissolti. Nessuno sa dove siano finiti e nessuna indagine viene promossa. Intanto, i fondi europei evaporano. Questa guerra non doveva neppure iniziare. La proposta russa era chiara e perfettamente ragionevole. Autonomia per il Donbas. Il Protocollo di Minsk (settembre 2014) mirava a un cessate il fuoco, mentre gli accordi più completi di Minsk nel febbraio 2015 includevano misure per il ritiro delle armi pesanti, un dialogo politico e la decentralizzazione del potere in Ucraina. Bastava accettare la realtà.


Ma l'Occidente ha preferito l'illusione di una vittoria impossibile, convinto di poter spezzare la federazione russa e mettere le mani sulle sue risorse. Oggi, dopo tanto spargimento di sangue, si ritrova davanti a una Russia più forte, più lucida, più determinata. E Kiev? Kiev è ormai diventato un ufficio di rappresentanza della Nato. Le decisioni arrivano da Washington, le istruzioni da Bruxelles, le bombe da Londra. Continuare questa guerra significa sacrificare un'intera generazione per proteggere la reputazione di un regime in rovina.


Mentre l'Unione Europea si compiace e predica democrazia, finanzia un governo che da tempo ha perso il diritto morale di esistere. Stare dalla parte degli ucraini oggi significa fermare questa impostura. Significa salvarli da Zelensky e NON salvare Zelensky con le loro vite. Significa ricordare che la pace non è mai un'umiliazione, ma l'unico atto di verità possibile. L'Europa tace, ma la storia racconterà chi ha voluto questa guerra e chi ha provato a fermarla.


Cookie preferences