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Ripensare la città



Lode al Sindaco di Mantova per la riqualificazione urbana e dei quartieri e non ultima la new restyling di Piazza Cavallotti. A mio avviso sarebbe utile pensare al cambiamento come ad un'occasione per ridisegnare le città in modo più giusto e inclusivo. 




Una città per tutte le età non è solo una città più adatta agli anziani, ma una città vivibile per tutti. Dove muoversi sia più semplice, dove i servizi siano più vicini, dove gli spazi pubblici siano pensati per favorire la relazione, la cura, la presenza. Perché la questione non è solo chi abita la città, ma come la città si prende cura di chi la abita. E se è vero che una persona su quattro sarà anziana nei prossimi decenni, non possiamo più permetterci di considerare l'età un dettaglio. Deve diventare una chiave di lettura per ripensare alla vita cittadina, fin dalle sue fondamenta.

Serve altresì un cambio di paradigma: politiche abitative accessibili, sostegno al lavoro giovanile stabile, investimento nei servizi e digitali. Potrebbe diventare una scelta vincente solo se i giovani si inizia a considerarli come la priorità. Serve investire in istruzione e formazione, riflettere sul tema della precarietà che per i più giovani è divenuto un elemento ormai introiettato. I ragazzi sono abituati alla mancanza di certezze lavorative, costretti a cambiare, prigionieri di luoghi di lavoro negativi dal punto di vista umano e relazionale, privi di stipendi dignitosi, preoccupati dai mutamenti che l'Intelligenza Artificiale introdurrà in tempi prossimi. Siamo nel tempo della grande insicurezza che spinge i più giovani ai margini.

Mantova soffre altresì di carenze strutturali riguardo ai collegamenti viari e ferroviari e sul trasporto urbano. La città manca di Autostazione Bus linee interurbane. Per non parlare poi dell'emergenza parcheggi. L'assenza di una pianificazione urbana adeguata influisce negativamente sia sulla vita dei residenti che sull'esperienza dei turisti, creando disagi e tensioni. Non solo il numero limitato di parcheggi rendono difficile trovare un equilibrio tra le esigenze di chi vive in città e di chi la visita. Per i residenti, trovare un parcheggio vicino alla propria abitazione è sempre più spesso una sfida quotidiana, considerando che non tutti possono permettersi un box o un posto auto riservato.

Per quanto riguarda la mobilità servirebbe un nuovo piano traffico con ampliamento di sensi unici, con nuove rotatorie e nuovi sistemi semaforici avanzati che facciano uso di sensori e tecnologia per ottimizzare in tempo reale il flusso di traffico. Quando si parla di "riqualificazione", troppo spesso il dibattito si riduce alla posa di arredi, parchi, panchine, fontane, Street Art e via dicendo. Interventi sicuramente utili a migliorare l'aspetto estetico, ma che da soli non bastano a cambiare il volto del centro urbano e di un quartiere.


Una piazza nuova senza persone che la vivono rimane un contenitore vuoto, destinato a ritornare nel degrado. La vera riqualificazione nasce quando gli spazi si riempiono di vita: attività imprenditoriali, associazioni, iniziative culturali, sportive e sociali. E l'aggregazione a fare la differenza. Dove ci sono persone che si incontrano, lavorano, si divertono, fanno comunità, la criminalità arretra. La presenza di cittadini attivi è il miglior deterrente contro spaccio, vandalismi e violenze. L'Amministrazione Comunale di Mantova dovrebbe favorire la nascita e la crescita di attività che animino il centro e i quartieri. Che siano imprese o realtà associative poco importa: ciò che conta è offrire una proposta diversificata ai cittadini, capace di attirare pubblici diversi e far convivere generazioni differenti. Realizzare strutture adeguate, moderne e funzionali, mantenendone la proprietà pubblica. Questo garantirebbe continuità, controllo e possibilità di accesso a tutti, ma al tempo stesso permetterebbe di aprire spazi a chi ha idee e progetti da portare avanti. Non basta riqualificare le pietre, serve riqualificare le relazioni umane.

Mantova deve avere il coraggio di investire non solo nell'arredo urbano, ma nella vita sociale, creando luoghi dove le persone possano essere protagoniste. E questa la visione di una Mantova che vuol cambiare: una città più conviviale, capace di generare comunità e allo stesso tempo di diventare un vero deterrente contro calo demografico e la microcriminalità. Ripensare la città significa cercare di fondere l'utopia del virtuale con la concretezza del reale, coniugando l'ideale immaginato con il quotidiano spesso temuto, secondo un progetto che abbia al centro e si ponga come obiettivo il concetto di qualità e di appartenenza.


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