News
L'europa schierata verso il precipizio della inettitudine
Per una pace consolidata serve un’opera di convincimento avvicinante delle parti in conflitto. Sarebbe importante l’intervento di Paesi terzi. Di Stati che non sia schierato né per l’uno né per l’altro dei contendenti.

Di Stati che abbiano saputo mantenere legami di amicizia o di prossimità con entrambi i contendenti. Senza cedere al ricatto delle sanzioni e di discriminazioni civili. Questo sarebbe stato il ruolo politico di una Europa che avesse voluto intraprendere fin dall’inizio un ruolo pacificatore, al posto di un ruolo assai equivoco, o peggio, di aizzatore. Troppi Stati della UE, tra cui il nostro, sono stati invece assenti o schierati. Chi ha pensato di riservarsi un ruolo di connessione possibile tra Russia e Ucraina? Solo qualche Stato sovranista (come l’Ungheria) o bizzarro (come la Turchia). Tutti gli altri si sono schierati, più o meno ardentemente, e quindi sono inservibili alla pacificazione. L’Europa ha quindi da subito sbagliato non intervenendo agli inizi come conciliatore possibile. Ed ora rimane tagliata fuori dalle decisioni più decisive. Ha voluto forzare la mano schierandosi e solo ora si sta rendendo conto che i veri potenti si metteranno comunque d’accordo tra di loro. La UE va ora mendicando un posto a una tavola di pacificazione alla quale è ammessa solo quando le portate sono finite e potrà raccogliere solo le briciole rimaste. Cercando affannosamente e dispendiosamente di aumentare il suo prestigio con la corsa al riarmo. Non raggiungerà ormai il livello delle grandi potenze. Ora l’Europa va piuttosto decretando, con le assurde spese militari a cui si sta sobbarcando, il declino della sua vita sociale ed economica. Sarebbe questo il terzo e finale errore di questa guerra da parte dell’Europa che pur non l’ha direttamente compiuta. Così temo che l’Europa tradisca la sua vocazione storica di mediatrice, e che la sua sorte sia quella del gregario inutile. E come si comporterà la nostra Italia? Pare che la Presidente Meloni non sia tra i più scatenati guerrieri, ma deve avere la personalità per dirlo e la cultura per motivarlo. Temo che così non sarà, e allora la sua sarà una posizione tutt’al più furba (o furbastra) ma non da leader o da dar prestigio ad uno Stato che storicamente ha voluto un’Europa di pace e di dialogo, non di divisione.
