News
La compulsività e le proprietà nell'uso del digitale.
Nel mio ExcursusVitae sono sempre stato contestatore o meglio battagliero. Con un po' di autoanalisi, ho capito che spesso avevo ragione ma con l'atteggiamento combattivo che assumevo non venivo quasi mai capito.

Sinceramente credo che tale dinamica sia, per certi versi, autodistruttiva che genera molta insoddisfazione. Ho pertanto temporeggiato e ho cercato di capire. Ora la mia vena polemica non è affatto sparita, ma senz'altro si è smussata. Ho, infatti, imparato a riconoscere le emozioni negative. Ognuno di noi è responsabile delle proprie scelte, anche di come si usano i social. Non nascondo la mia "passione" per il digitale nata in tempi non sospetti.
Da giornalista pubblicista mi sono appassionato alla dialettica sociale, al pensiero e alle idee. Ho pertanto deciso di postare un blog in veste di presidente e responsabile stampa del Comitato Civico Viva Mantova. Da sempre attivista nel volontariato in qualità di Presidente dell'Associazione Comunali mi sono concentrato su temi sociali, come la dialettica, la retorica e tutta quella parte della filosofia di vita quotidiana, occupando gran parte del mio tempo libero al dialogo confortato dalle dinamiche mie evolutive. Ho unito allora questa passione con quella dell'informatica e del digitale e mi sono appassionato alla libertà di espressione e di pensiero. Comunicare liberamente le proprie idee attraverso la parola, la scrittura e altri mezzi e nel rispetto dei diritti altrui e della dignità umana. Molte persone si lasciano trascinare ad un uso eccessivo e compulsivo di dispositivi digitali (smartphone, computer, videogiochi) e servizi online, che interferisce negativamente con la vita quotidiana, le relazioni, il lavoro e il benessere psicofisico. Credo che esista una demonizzazione di questi mezzi, accusati di renderci vittime. E' bene rammentare che ognuno di noi è responsabile delle proprie scelte, anche di come si fa uso dei social. La connessione e la Rete sono ormai come cibo che "somministriamo" giornalmente. Bisogna sempre guardare in faccia la realtà per quello che è e mai applicare vecchi schemi alle nuove forme perché allora sì che tutto diventa spaventoso. Una delle cose più comuni è l'attacco personale. Cosa è meglio fare? Non cadere nella provocazione. La fretta e l'istinto sono insiti nella nostra memoria, ma agire d'impulso è spesso pericoloso. I social si stanno evolvendo e credo che il ritorno all'analogico sia proprio dovuto al processo di digitalizzazione mondiale. Una volta era tutto faticoso invece oggi, grazie alla Rete, è tutto più accessibile. Credo ci sia una spaccatura tra chi crede che il digitale sia di qualità inferiore rispetto al reale. Ma non esiste questa dicotomia. Il digitale oggi è reale ed è molto vicino al pubblico. Oggi è ancora più importante il ruolo del giornalista, in una condizione di sovraccarico informativo, deve fare ordine e pulizia ancora più di prima. Si è persa fiducia nel giornalismo in quanto tale, che va riconquistato anche attraverso ai social.