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Il neoliberismo nello stato sociale



Lo Stato con l'avvento del neoliberismo sulle questioni economiche e sociali ha attivamente promosso e assecondato gli interessi degli affaristi. La svolta, così chiamiamola metaforicamente, si è impantanata nella subordinazione della politica all'economia rispetto a prima, quando la politica, allora, riusciva ad indirizzare l'economia.




Un modello di governance che ha esteso lo sfruttamento capitalistico su tutti gli aspetti della vita, di cui l'indebitamento di massa è il fenomeno più evidente. Il mercato viene presentato come basato sull'eguaglianza di tutti gli attori, ma è vero il contrario. Il mercato libero stimola e premia solo la diseguaglianza. Il rapporto creditore-debitore, che è centrale nel capitalismo finanziario ( rapporto fondato sulla proprietà) è un rapporto asimmetrico e di potere. Pertanto il declassamento del ceto medio è ormai "un fenomeno strutturale" e direi inarrestabile. Questo ha portato alla disaffezione nella Politica. Eppure è nel ceto medio che pulsa la grande forza vitale. Occorre investire nell'istruzione, coltivare competenze, credere nel merito e nella pluralità sociale. Il ceto medio è quello che movimenta l'economia. Ma riceve ritorni in negativo. Colpa del carico fiscale e delle tasse tra i più alti d'Europa. Servizi pubblici sempre più scadenti o inefficienti. Di ceto medio hanno parlato i ministri economici del governo Meloni e la stessa Meloni a Rimini. Se cadesse del tutto il rapporto con la classe media, lo scenario sarebbe allarmante. Mi spiego meglio. L'astensionismo è fenomeno diffuso nella classe media. La radicalizzazione dell'offerta politica nasce dall'atteggiamento della classe media. La crescita della demagogia ne è un frutto. Capisco che è importante "catturare" il voto ma sarebbe un errore colossale fare politica solo per evitare che questo avvenga a favore dell'avversario. Ci vuole un progetto ambizioso ma concreto. Che prenda atto degli errori del passato. Che guardi ad una prospettiva nel futuro. Va ricostruito un nuovo tessuto politico. Perciò la domanda di serietà e progettazione vale per il Governo come anche per l'opposizione. Guai a prendere in giro ancora il ceto medio. Non è con la politica dei bonus che il ceto medio riprenderà il vigore perduto. Ma finché quel vigore, e la conseguente fiducia nel futuro, non verranno ripristinati sarà bene rassegnarci al trionfo dei demagoghi, dei sovranisti, dei populisti. Ma, intanto, oggi stiamo assistendo ad una crisi strutturale globale dell'Occidente. Abbiamo bisogno del contrario. Lo dico con grande forza. E mi ritorna alla mente quel "Merito e Bisogno" che andrebbe ripristinato. Sarà un sogno!? Ma che altro ci resta!!


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