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Ritorna l evento del pride e riafforano le polemiche
Ogni anno assistiamo allo stesso identico spettacolo. Tutto si colora di arcobaleno. I vari profili dei social e sui motori di ricerca. Ma soprattutto fa eco la polemica. Quest'anno la polemica ruota attorno al mancato patrocinio della regione Lazio e Lombardia.

La disputa ruota intorno agli slogan riguardo la maternità surrogata: pratica illegale in Italia. Insomma come ogni anno tutto si concentra in un enorme bagar in Internet tra insulti da un lato, accuse di bigottismo dall'altro e con l ennesimo palcoscenico per la politica da tutte le parti. Insomma siamo al solito ritornello all’Italiana. Perché il Pride va ricordato nel mese di Giugno? E’ il mese in cui appunto vanno ricordati i moti di Stonewall ( così chiamati dal movimento Gay statunitense ) .
La notte fra il 27 e il 28 giugno 1969 vi furono una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia a New York. Una lotta nei diritti che senza nessun dubbio va ricordata !! Ma per essere ricordata, io dico, andrebbe capita!! In Italia, ormai, è diventato troppo comune commemorare le cose senza capirle!! Spesso la memoria non è comprensione ma un superficiale ricordo e facilmente strumentalizzabile. I Pride come vengono concepiti adesso sono purtroppo molto più vicini a calpestarla quella memoria storica. Mi riferisco agli sponsor del Pride: dalla Walt Disney Company, all Heineken, alla Peroni, alla Red Bull Team, Apple, l’American Express .
Tutti accomunati da un unico grande obiettivo: i diritti? E quando mai il fatturato delle aziende si è basato sui soli diritti !?! E’ proprio l'ABC della propaganda pubblicitaria ovvero parlare ad una comunità specifica. Allora capirete bene che in un mercato che frutta così tanto non c'è Brand che non vorrebbe averne una fetta. Il rischio è quello di ridurre una grande battaglia dei diritti a poco più di una ricorrenza e nulla di più. L’integrazione si svuota così di significato in favore di qualcos'altro. Purtroppo ogni anno è sempre la stessa storia. Quindi mi rivolgo direttamente alla comunità LGBT.
Finché ci sarà qualcuno che vi divide dal resto del Popolo in una bandiera solo vostra. Finché ci sarà qualcuno che vi identificherà in una sigla. Finché ci saranno Brand che sfrutteranno la vostra comunità per i propri profitti di mercato. Allora temo che tale lotta per il raggiungimento di diritti (in senso pieno) non si raggiungerà mai. Se avrete la capacità di sottrarvi a queste logiche di mercato che vi rendono consumatori prima che individui allora sì che il Pride sarà la festa di tutti e non ci saranno bandiere a separarci.