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Negazionismo o libertà di pensiero? Il rischio dell’omologazione al Pensiero Unico



Vorrei riflettere con voi rispetto ad una parola spesso utilizzata e impropriamente durante il periodo della pandemia e riferita al negazionismo. Stiamo assistendo a una sorta di totalitarismo del pensiero strisciante in quanto si nega alla radice la possibilità di esprimere qualsiasi sfumatura, differenziazione o dubbio in merito alla narrazione prevalente e del mainstream.




Oggi tale termine è tornato prepotentemente in voga durante l’ emergenza climatica. Ma cosa significa essere negazionisti? Sbirciando su internet il negazionista rappresenta colui o colei che nega la presenza di un problema. Mentre nell'accezione di oggi viene bollato come negazionista colui o colei che la pensa in maniera differente. Se ti riconosci in quella minoranza che non accetta per buono il pensiero unico automaticamente vieni tacciato come negazionista. Tra i parlamentari c'è chi ha invocato il reato di negazionismo climatico. Questo per dire che se tu la pensi in maniera differente sei censurato. Allora mi chiedo ma è possibile che in un paese libero e democratico sia ammissibile silenziare chi la pensa in maniera diversa!?! Il fine? Quello di evitare ad ogni costo un confronto onesto e razionale sulle idee, bollando chi osa levare la propria voce controcorrente, con una serie di epiteti come «fascista», «putiniano», «razzista», «omofobo» e, appunto, «negazionista»