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l'intervista al presidente a cura del settimanale la nuova cronaca di mantova



Sergio Olivieri, grazie alla meritata pensione ed essendo svincolato da impegni di lavoro, è riuscito negli ultimi mesi a dare sostanza al suo progetto: quello di essere a fianco della città sotto il profilo politico. Da qui il Comitato Civico Mantova Viva che venerdì 10 gennaio alle ore 19.30 all’Open Spice viene presentato ufficialmente. Il dado è tratto…“




Il dado è tratto mi sembra una frase molto forte e audace. Direi che stiamo per intraprendere un percorso che sappiamo essere in salita ma a cui credo e crediamo fortemente.  Una cosa è certa. In oltre quarant’anni di lavoro e di vita sociale non solo ho idealizzato ma anche realizzato e ciò ha contribuito a farmi riflettere, rappresentare e credere sempre ad un qualcosa di nuovo ma con maggiore consapevolezza, permettendomi di fissare obiettivi credibili, rilevanti e ovviamente realizzabili. Potrà sembrare un passaggio curioso, ma scegliere un tema d’ispirazione e così importante per il nuovo anno spero possa essere di auspicio per la collettività per focalizzare l’attenzione su obiettivi e progetti che si spera possano essere di gradimento per il nostro futuro pensando soprattutto ai giovani. Dare un tema al tuo nuovo anno non è poi così difficile, basterà insomma una qualsiasi forma di espressione che possa racchiudere in modo efficace quella che potrebbe essere la filosofia di vita atta a cambiare il volto e le prospettive per la nostra città.

L’obiettivo del Comitato, non del tutto inaspettato considerato il lavoro compiuto in passato, è quello di (si legge nel suo documento) “riaccendere nei cittadini di Mantova l’entusiasmo, la passione, il sentimento, la speranza, il rispetto, il senso civico e di appartenenza. Obiettivi ambiziosi.“

Il Comitato poggia le basi sul concetto del Bene Comune, i cui elementi materiali (imprese, associazioni, patrimoni, infrastrutture, risorse naturali e culturali) e immateriali (tradizioni, stili di vita, saperi locali) che lo caratterizzano, sono da salvaguardare e valorizzare per il benessere della nostra generazione e quello dei nostri figli. Il fine che ci unisce è quello di contribuire alla rivitalizzazione della Città con particolare attenzione ai cosiddetti servizi essenziali (sanità, istruzione, mobilità, ambiente, sicurezza), in assenza dei quali è impossibile innervare qualsiasi dinamica di sviluppo, creando progetti e  opportunità di lavoro e di reddito, attraverso la valorizzazione delle potenzialità del nostro territorio (agricoltura multifunzionale, industria, artigianato, terziario, turismo sostenibile, risorse ambientali e culturali) e facendo leva sulla partecipazione attiva dei cittadini. Tale esperienza infatti, consentirà di costruire e consolidare relazioni significative tra persone diverse per provenienza, professione, esperienza, capacità, contribuendo alla crescita del capitale sociale, economico, ambientale e del territorio nel suo complesso. E’ in questa ottica, quindi, che si concentrerà la nostra azione civile e di conseguenza invitiamo tutte le persone volenterose e le forze attive che come noi hanno a cuore questi temi ad unirsi e a collaborare per l’interesse della Collettività.

Al di là che lei possa trasformare il Comitato in una lista in occasione della tornata elettorale amministrativa di maggio 2020, qual è realmente lo scopo finale? Creare un movimento civico non solo locale? 

Il Comitato Civico Mantova Viva nasce per volontà di quanti hanno scelto di unire le loro competenze e le loro idee nell'intento di servire la comunità e rendersi partecipi e attivi alla vita cittadina. Il nostro progetto non intende far leva sull'opposizione politica o ideologica rispetto all'Amministrazione attuale, né rispetto a qualunque altro soggetto politico, ma piuttosto di concentrarsi su un una nuova idea per la città del domani in dodici punti ed in occasione delle prossime elezioni Comunali del 2020. Il nostro programma è fondato su parole chiave come partecipazione, innovazione, inclusione, cambiamento e concretezza.
 È indispensabile avere un occhio sul futuro, ma il cambiamento deve necessariamente basarsi su radici storiche ben solide, riconoscendo quindi il grande valore di coloro che hanno fatto la storia e dunque la nostra storia. In questo crediamo fortemente a farsì che tale progetto possa dare manforte a tutti quei comitati civici attivi sul territorio nazionale. La validità di questo percorso è tanto più significativa quant’ è più forte è il contributo determinante fornito dagli stessi membri e quali interlocutori più diretti dei propri cittadini su cui possono intervenire alla promozione di comportamenti virtuosi. Un patto tra Comitati Civici potrebbe davvero essere lo strumento concreto per condividere le strategie e gestire in modo coordinato le funzioni di accoglienza, informazione e promozione economica e sociale. Valorizzare quindi le opportunità territoriali come risorse di piccole e medie imprese oltre ad iniziative nei vari settori e servizi essenziali.

Lei ha svolto la professione di vigile urbano nella Polizia locale per molti anni. Soprattutto è stato ed è presidente dell’Associazione Comunali allargato via via a tutte le fasce sociali e lavorative. Con tale sodalizio ha gettato le basi per iniziative, corsi di formazione, viaggi, spettacoli, Carnevali… Il trampolino di lancio per il nuovo Comitato?

“Direi che l’impegno da me assunto nell’Associazionismo è stato sicuramente  un valore aggiunto sotto ogni profilo etico, sociale, morale e umano. Non parlo solo per me stesso. Credo che chiunque abbia avuto un ruolo di responsabilità nel tessuto sociale per svariati anni possa certamente essere un valido supporto alla valorizzazione e di contributo alla crescita della città e proprio per l’esperienza acquisita.

Perché tanta passione per Mantova? Ritiene di avere le caratteristiche e le carte per essere seguito?

“Nessuna ambizione a tal proposito. Il mio vuol esser un semplice contributo alla città e in ciò che mi appassiona e che amo , svincolato da ogni condizionamento!! 

Il Comitato Mantova Viva – che non ha nulla a che fare con Italia Viva di Renzi – potrebbe diventare una forza non trascurabile nella campagna elettorale. Ha già avuto abboccamenti da qualche partito?

“Posso confermare che la nascita del Comitato Civico Mantova Viva non ha nessun riferimento al movimento di Renzi. Non abbiamo nessuna presunzione e/o aspettative perché altri partiti possano darci credito. Una cosa è comunque certa ovvero quella di aver pianificato un programma per la città. Il candidato? Se ne parlerà se ci sarà un avvenire!! Non è tra le nostre priorità!!!

Sarebbe, tuttavia, disponibile a dialogare con qualche partito condividendo un candidato sindaco?

“Certo che si. Nessun paletto a chi vorrà intraprendere un dialogo con qualsiasi soggetto politico e/o partitico. Insomma, lei vorrebbe candidarsi sindaco o vorrebbe candidare un “suo” sindaco o una “sua” sindaca?“Come già dichiarato nella precedente domanda non esiste la priorità di aver un candidato a tutti i costi!!

I 12 punti del programma del Comitato Mantova Viva sottendono senza dubbio una riflessione critica: Mantova, che sia stata guidata dai socialisti, dai comunisti,  dai democristiani, da Burchiellaro, dalla Brioni, da Sodano o da Palazzi non ha mai ricevuto quell’attenzione tale da farla diventare migliore da come è oggi. E’ veramente così?“ 

Non stò certamente a sindacare sulle precedenti Amministrazioni che si sono successe in questi anni.  Se vogliamo davvero crescere dobbiamo uscire dall’isolamento.  Servono nuove scelte strategiche e capaci di esprimere progettualità costruendo reti e collegamenti in campo economico, culturale, ambientale, capace di sviluppare e preservare la nostra ricchezza patrimoniale e turistica con scelte virtuose e lungimiranti. In quest’ultima direzione il Comitato non può che ricordare gli effetti negativi sul piano economico e sociale per assenza di progettualità che ha finito per depauperare la città ed il suo centro storico. Va bene la manutenzione di strade e la riqualificazione dei quartieri ma non scordiamo la carenza di servizi e di presidi come uffici postali, scuole, ambulatori, linee di trasporto pubblico che hanno ridotto la vitalità dei medesimi.  Se si vuol cambiare prospettiva, e collocarsi in un’ottica di sviluppo e sostenibile  è arrivato il tempo di invertire la rotta.  Mi riferisco alle infrastrutture che sono il vero volano allo sviluppo. Uniscono si le comunità periferiche ma anche le città a noi confinanti. Ridisegnano la geografia economico-sociale e non solo. Emblematica la staticità di questi ultimi cinquant’anni.  Pecchiamo e soffriamo enormemente di isolamento e di mancanza di infrastrutture non sono solo quelle fisiche, bensì anche quelle sociali.  Tanto per ricordare i passaggi a livello, l’eccessivo traffico di veicoli pesanti, la vetusta Stazione Ferroviaria, la carenza di parcheggi, la mancanza di una stazione BUS collegamenti extraurbani, l’assenza di un anello viario di prima e seconda periferia.  La coesione sociale costituisce altresì un altro fattore importante per la crescita.  Pertanto, anche le risorse impiegate per il welfare vanno considerate non come spesa bensì come investimento che contribuisce allo sviluppo.  Riprendendo pertanto l’analisi su esposta risulta pertanto assai strategico e importante per la città uscire da questa perpetua condizione di isolamento.  Riconosco altresì che tale forma di abbandono della città vi è pure la complicità di almeno due grandi fattori. Il primo è quello di una riforma degli Enti Locali rimasta incompiuta. A fronte dell’art.114 della Costituzione, che riconosce l’autonomia degli Enti Locali non senza generare problemi di conflitto di attribuzione e in assenza di una vera riforma organica. Come anche la Provincia  privata delle risorse ma non di molte competenze, essenziali per la vita dei cittadini. Basti pensare allo stato di criticità in cui versano molti edifici scolastici pubblici e alla condizione di dissesto in cui versano le strade provinciali. L’altro fattore che ha condizionato in modo rilevante l’azione del comune è l’applicazione rigida del patto di stabilità interno che non ha consentito di mettere in cantiere degli interventi utili e necessari, quando non anche urgenti, addirittura nel caso in cui avrebbero le risorse per poterlo fare.  Ma se davvero si vuol dare una svolta concreta in favore di una città inclusiva e innovativa  occorre ripensare a più ampi e concreti margini di manovra congelando congetture e dissidi politici. Il grado di civilizzazione lo si misura dalle sue prigioni e l’obiettivo del Comitato sta proprio in questa frase.  Soluzioni laddove il ruolo del privato deve essere stimolato da un azione di consolidato coordinamento che deve vedere protagonisti anche comuni dell’ hinterland mantovano e non solo attraverso un patto tra Sindaci in un’ottica di ben  più ampia valorizzazione del nostro capitale economico-sociale atto a rilanciare le risorse di un artigianato di qualità che brilla ma che stenta a crescere.  Più siamo interconnessi e più siamo capaci di agire territorialmente secondo una prospettiva globale e di assunzione di responsabilità.