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La pandemia e il nuovo modello di stato



Siamo giunti alla rottura della coesione sociale, culturale ed economica. Sintetizzando qual è la chiave del malessere del nostro presente?




Come lo vogliamo definire? Statalismo, totalitarismo?
Molte le perplessità di giudici  Costituzionalisti e persino della presidente della Corte Costituzionale l’avvocatessa Marta Cartabia messa a tacere dagli organi governativi. Non esiste più lo Stato come spirito pubblico. Sembra prendere corpo uno Stato sovrano e alla faccia dei sovranisti. L’onda liberista, il precariato e il mercatismo ha di fatto evaporare all’estero importanti aziende che tutto il mondo ci invidiava. Questa pandemia accrescerà ancor più il nostro già pesante debito con l’Europa.

Non basta l’oppressivo peso del fisco rincarato da divieti, leggi punitive, sistemi di controllo, multe stradali per motivi di sicurezza sanitaria. Una forma inedita di centralismo che si sposa con le incursioni del capitalismo trasversale e internazionale, con le franchigie delle grandi multinazionali, con gli assetti sociali ed economici dettati dai poteri finanziari e dalle loro agenzie di rating.

Una pandemia che ha portato al controllo delle masse tramite i megasocial e la megamacchina dei mass media. Una nuova forma invasiva di un capitalismo senza fabbriche, senza lavoratori e lavoratrici, esercitando il suo dominio nella comunicazione, nei consumi, veicolando e determinando gusti e disgusti, colonizzando desideri, modi di vita e modelli di riferimento.

Tutto questo si fonda su un elemento etico, antropologico, culturale che ci sta cambiando radicalmente la vita e che viene ossessivamente ripetuto e rivendicato come mission da tutti quelli che hanno ruoli rilevanti per notorietà e potere. Abbiamo davvero perso la misura ipotecando i diritti con i doveri e i desideri con i sacrifici.

Chi non si riconoscerà in questa società, chi non fidelizzerà con il nuovo codice etico sociale prefissato diventerà un pubblico nemico e sarà emarginato, esecrato, condannato anche penalmente, se sarà il caso. Tutto passa come il politicamente corretto. In arrivo nuovi comandamenti punitivi da osservare, un nuovo codice civile, penale coi suoi dogmi e le sue proibizioni.

Un totalitarismo perfetto, un sistema di veti e di divieti. Tutto questo genererà sfiducia verso ciò che è pubblico con la chiusura in sé stessi e nel proprio egoismo, regressione, rabbia, tra haters e fake news, dissenso, defezione, disagio. E’ il caso di dire che abbiamo raggiunto il picco della defezione sociale ed economica in cui la società fondata sul lavoro in realtà creerà malessere, disoccupazione e disgregazione dello stato sociale.