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Il capitalismo deve restare fuori dai bisogni primari della collettività



La pandemia unitamente ad altre tristi tragedie quale quella del Ponte Morandi hanno drammaticamente riaperto il dibattito riguardo la gestione della cosa pubblica. Liberamoci un attimo dalle appartenenze politiche che spesso portano ad opinioni preconcette. 

Un servizio pubblico è tale perchè reso alla collettività. Un servizio pubblico dovrebbe essere efficiente, efficace e di qualità tale da garantire la soddisfazione dei bisogni dei singoli cittadini e alla tutela della salute e dell'ambiente, sotto ogni aspetto. Il bisogno è la mancanza di qualcosa necessario o opportuno per realizzare il benessere di tutti iniziando da quelli fisici o fisiologici. E’ impensabile che i privati svolgano una funzione sociale, non compete a loro, compete allo Stato. Mi riferisco ai servizi essenziali pubblici che svolgono questa funzione concorrendo altresì alla redistribuzione dei redditi e allo sviluppo sociale della collettività. Tra i bisogni essenziali, non sono solo la tutela alla salute, vorrei altresì ricordare la sicurezza, la cultura e l'ambiente. L’obiettivo del privato è fare un utile. Personalmente potrei essere anche d’accordo perchè si confronta con la concorrenza, con il mercato, complementare allo Stato nella soddisfazione dei bisogni delle persone ed integrando quelli primari con quelli secondari e dai quali lo Stato deve stare lontano. L’organizzazione pubblica e privata, hanno la medesima struttura: la proprietà, il mangement (gli amministratori), il personale dirigente e i lavoratori. Per quanto concerne i lavoratori non cambia nulla, l'unica preoccupazione è dovuta alla sempre più crescente precarizzazione. Le critiche ai dipendenti pubblici sono spesso errate e offensive nei confronti di tutti quelli, e sono la maggior parte, che prestano la loro attività in modo serio e responsabile. Le mele marce esistono anche nel privato, è un problema del singolo ed è errato generalizzare. Il personale medico e infermieristico sono una prova tangibile a fronte di tale emergenza. I politici di oggi stanno perdendo la presa sulle cose del mondo. E, ormai privi di un nemico fosse anche inventato, non riescono più a trovare una favola credibile da raccontare. Chi vuole davvero cambiare il mondo ora ha di nuovo una possibilità.



Comunicato Stampa evento Sabato 25 gennaio 2020 – ore 15 – Caffé Sociale

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